Domani il Ponte sullo Stretto arriverà alla Camera, dove si discuterà il pregiudiziale sul decreto d’urgenza presentato dal M5S. Bonelli intanto annuncia un esposto alla Corte dei Conti per chiedere dove prenderanno i soldi i leghisti. Complessivamente il ponte sullo Stretto costerà 10 miliardi di euro e sarà realizzato dalla società Stretto di Messina Spa che annovera, tra i soci, l’Anas, l’Azienda Nazionale Autonoma delle Strade Statali, che ne detiene l’81,848%. Rete ferroviaria italiana RFI con il 13%, la Regione Sicilia con il 2,576% e la Regione Calabria con il 2,576%. Il capitale sociale ammonta a 383 milioni e 179.794 euro. Il decreto illustra anche il rapporto di concessione, il riavvio delle attività di progettazione e progettazione dell’opera, la figura del commissario straordinario, il servizio di monitoraggio ambientale, ma anche i rapporti contrattuali con il contraente generale e il consulente del direttore dei lavori. Vigilerà sull’attività della società il Ministero delle Infrastrutture, alla quale sarà affidato anche il compito di istituire un comitato scientifico con compiti di consulenza tecnica al fine di sovrintendere e indirizzare le attività tecnico-progettuali.
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Quando fu approvato il decreto che dava il via alla costruzione del ponte
Il decreto legge è stato approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 16 marzo con l’obiettivo di accelerare l’iter per creare un raccordo tra Sicilia E Calabria. Sarà un’opera monumentale con una lunghezza della campata centrale stimata in circa 3 chilometri e 200 metri, 65 metri di altezza dal canale, 6 corsie stradali e 2 binari ferroviari. Non mancano le polemiche. Particolarmente animato da questo punto di vista è Angelo Bonelli dell’Alleanza Verde-Sinistra Italiana che ha dichiarato: «Salvini non dice dove prendere i 10 miliardi per costruire il ponte. Questo è un punto importante su cui approfondiremo e stiamo già preparando una relazione-denuncia che invieremo alla Corte dei Conti”.