La sigla NFT (token non fungibili) è stata una delle più apprezzate del 2021. Grazie alla forte ascesa del mercato delle criptovalute, ma anche al lancio di una piattaforma dedicata agli NFT da parte della famosa casa d’aste americana Christie’s. Nel 2022 il settore è entrato in una fase più matura, che ha rivelato le potenzialità e le sfide degli NFT per il mercato dell’arte. Gli esperti di hanno fatto il punto sul settore Deloitte nel rapporto “Il mercato dell’arte e del collezionismo” del 2023.
Cosa sono gli NFT
I token non fungibili sono certificati digitali basati su proprietà blockchain. Sono dotati di codici identificativi e metadati che li rendono diversi da qualsiasi altro asset, rendendo così un NFT un oggetto digitale unico e non replicabile. Per questi motivi, possono essere utilizzati come certificati di proprietà dell’immagine o del video collegati (che sono la vera opera d’arte digitale). Mentre le opere digitali possono essere copiate proprio come quelle reali, l’NFT associato non è replicabile. Un’opera accompagnata da NFT è paragonabile a una copia firmata dall’artista.
diritti associati
Gli NFT possono essere associati a:
- royalties, che consentono al creatore di un’opera di ricevere una percentuale sulle vendite future dell’NFT;
- il diritto di prelazione sull’acquisto di nuovi Token Non Fungibili;
- la proprietà intellettuale dell’opera;
- il diritto di esibirlo in esclusiva;
- il certificato di autenticità;
- il diritto di accedere a contenuti esclusivi.
NOFT e il mercato dell’arte
Secondo i dati del sito specializzato Cryptoslam.io, il mercato globale dei Non Fungible Token ha raggiunto un volume di vendite complessivo di 47,8 miliardi di dollari con 8,9 milioni di acquirenti e 142 milioni di transazioni. I settori NFT legati all’arte e agli oggetti da collezione hanno raccolto rispettivamente $ 147 milioni e $ 872 milioni nel 2022.
Nel 2022, i volumi di NFT scambiati sulla piattaforma Ethereum sono crollati del 60,1% a giugno 2023 rispetto al mese precedente e hanno continuato a diminuire fino alla fine dell’anno, mentre il numero di transazioni giornaliere è diminuito dell’82,2%. Tuttavia, non si va verso la fine dei Token Non Fungibili: il mercato ne ha semplicemente rallentato lo sviluppo, in attesa che le condizioni migliorino per rimettersi in carreggiata. Infatti, il volume delle vendite si è stabilizzato poco sopra i 10 milioni di scambi per trimestre e il numero di venditori e acquirenti unici è sceso molto meno del valore degli scambi.
La situazione in Italia
Uno studio del Politecnico di Milano sull’Italia ha dimostrato che nel nostro Paese dal 2017 al 2022 i wallet che possiedono NFT sono cresciuti in modo costante ed esponenziale. La ricerca mostra inoltre che il 9% dei consumatori italiani possiede o ha posseduto Token Non Fungibili, mentre il 14% si dichiara interessato ad acquistarli in futuro.
I più popolari sono gli NFT artistici, di proprietà del 27% dei possessori di token non fungibili, seguiti da immagini del profilo e oggetti da collezione. Paolo GianturcoFSI Consulting & FS Tech Leader presso Deloitte, rimane ottimista:
“Gli NFT si stanno dimostrando uno strumento ricco di possibilità, in grado di portare anche nel mercato dell’arte la promessa di decentramento e democratizzazione alla base di Web3. Collegandosi alle tendenze abilitate dalle tecnologie innovative, come quella dell’arte generativa, il fenomeno NFT allarga la soglia di accesso al mercato dell’arte sia per chi crea contenuti artistici sia per chi è interessato a possedere e collezionare opere d’arte. Non solo, anche le aziende possono trasformare la proprietà intellettuale di loro proprietà in opere d’arte, rendendo l’investimento artistico una vera e propria fonte parallela di ricavo”.
A suo avviso, “la costante espansione della popolarità dello strumento, del pubblico interessato e dei canali di vendita – anche Instagram sta testando una funzione per lo scambio di Non Fungible Tokens sulla sua piattaforma – fanno presagire un futuro ricco di opportunità per gli NFT e per il loro impatto sull’arte mercato”.