L’Italia va verso l’estinzione demografica, come dice lui Elon Musk? Secondo dati recenti, sembra che il discorso del CEO di Tesla non sia del tutto infondato.
Per la prima volta da alloraUnità d’Italia, i nuovi nati sono scesi sotto la soglia delle 400.000 unità. Una foto molto triste, giustificata dal tweet dell’anno scorso Elon Musk:
Se il trend continua così, in Italia non ci sarà più nessuno. Il Bel Paese va verso l’estinzione e nemmeno gli immigrati riescono a compensare il calo demografico.
Il nostro Paese, infatti, sta attraversando una crisi demografica senza precedenti. Secondo i dati Istat, nel 2022 la popolazione italiana è diminuita di circa 179mila unità rispetto all’anno precedente, per una riduzione del 3%, che rappresenta il calo demografico più consistente dal secondo dopoguerra.
Quali sono le cause di questo declino?
Innanzitutto il calo delle nascite, che nell’ultimo anno sono state pari a ca 393.000, con un tasso di fecondità di 1,23 figli per donna, ben al di sotto della soglia di sostituzione (2,1 figli per donna). Inoltre, l’età media della maternità continua ad aumentare, attestandosi intorno ai 32 anni.
Secondo l’Istat, la diminuzione del numero delle nascite è dovuta sia alla scelta delle coppie di non avere figli, ma soprattutto al progressivo invecchiamento della popolazione femminile verso le età convenzionalmente considerate riproduttive. Inoltre, il numero medio di figli per donna è diminuito sia nel Nord che nel Centro Italia, mentre si è registrato un leggero aumento nel Mezzogiorno. La nuzialità ha registrato un lieve aumento, ma il tasso più elevato si registra nel Mezzogiorno.
Inoltre, l’aspettativa di vita alla nascita in Italia è di 82,6 annima i livelli di sopravvivenza nel 2022 sono ancora inferiori a quelli del periodo pre-pandemia. Ciò significa che la popolazione italiana sta progressivamente invecchiando. Un italiano su quattro ha almeno 65 anni e l’età media della popolazione è passata da 45,7 a 46,4 anni tra l’inizio del 2020 e l’inizio del 2023.
Il flusso migratorio non è sufficiente
Ma non è solo il calo delle nascite a preoccupare gli esperti. L’Istat segnala che il saldo migratorio netto è salito a +229mila nel 2022, il che significa che nello stesso anno ci sono stati 229mila immigrati in più rispetto agli emigrati. Tuttavia, questo saldo migratorio non è sufficiente a compensare il calo demografico. La popolazione di cittadinanza straniera è aumentata del 3,9% rispetto all’anno precedente, ma l’incidenza degli stranieri sul totale della popolazione è rimasta stabile all’8,6%.
Questi dati dimostrano che l’Italia sta attraversando un periodo di grande incertezza demografica, che potrebbero avere conseguenze negative sulla nostra economia e sulla nostra società nel lungo periodo. Una popolazione in declino significa una diminuzione del mercato del lavoro, della produttività e dell’innovazione, con un aumento della spesa sociale e delle pensioni.
Cosa si può fare per invertire questa tendenza?
Questo trend demografico rappresenta una sfida per il Paese, che deve cercare di trovare soluzioni per mantenere il proprio equilibrio sociale ed economico. Gli esperti suggeriscono una serie di misure, compreso un aumento dei servizi per la famiglia e la maternitàmaggiore flessibilità sul lavoro e una politica migratoria più accogliente e sostenibile.
Inoltre, è importante che l’Italia investa in formazione e ricerca, per attrarre giovani talenti e incoraggiare l’innovazione. Solo così potremo creare un ambiente favorevole alla crescita demografica e al rilancio dell’economia.