Nel 2018 le edicole italiane erano 15243; nel 2022 si erano ridotti a 11904. Ma sarebbero stati ancora meno se il misure di sostegno al settore, credito d’imposta e bonus edicola, non avevano ridotto l’emorragia delle imprese, dopo il crollo del 13,3% tra il 2018 e il 2019, non a caso l’ultimo anno in cui non era stata erogata alcuna forma di sostegno diretto. «Se non vogliamo che le edicole diventino tutti simili a cabine telefoniche abbandonatequeste misure di sostegno devono essere mantenute e aumentate”, afferma Andrea Innocentipresidente di intoppoaderente al sindacato nazionale indipendente degli edicolanti Confcommerce. O meglio, reso permanente: «Poiché la vendita dei giornali cartacei è necessaria per la libertà di stampa di cui all’articolo 21 della Costituzione» rimarca Innocenti, «così come viene dato un sostegno permanente ad alcuni editori, anche noi vorremmo ottenere un credito d’imposta strutturale. Ciò consentirebbe alle edicole di investire. “Dobbiamo restaurare manufatti, investire in tecnologia, rendere più moderne le edicole per renderle punti di incontro per i cittadini» articola il presidente di Snag. «Le edicole devono trasformarsi, oltre ai giornali devono vendere anche altri prodotti, e in particolare fornire servizi, comprese le certificazioni anagrafiche e catastali. Stiamo inoltre collaborando con alcune Asl per attivare il prenotazioni di visite mediche in alcune città, in via sperimentale». Senza sostegno, invece, “nel giro di pochi anni scompaiono centinaia di edicole, ognuna delle quali dà lavoro in media a due persone”.
Il 25% dei comuni italiani non ha un’edicola, mentre il 30% (circa 2.500) ne ha una sola: in molti comuni, quindi, è forte il rischio di desertificazione, che aggrava una più generale mancanza di servizi per il cittadino. «Molti comuni dell’Appennino sono completamente sguarniti» insiste Innocenti, «non ci sono poste, banche, Asl: è bello dire che si vogliono ripopolare i borghi, ma se non si fanno servizi i giovani la gente scappa”. Inoltre, il 40% delle edicole sono imprese femminili: un contributo significativo all’occupazione femminile.
A riprova del fatto che l’edicola è un presidio di civiltà e cultura da difendere, Snag ha sperimentato un progetto con le scuole per porta i bambini in edicola e introdurli alle opportunità informative e formative della lettura dei quotidiani cartacei. «Diamo anche un sostegno economico a questa attività» puntualizza il presidente, «per cercare di far tornare i giovani a informarsi su carta e meno su smartphone e tablet. Anche perché l’attenzione dei ragazzi è calata molto: in un’ora il ragazzo ha un’attenzione pari a 15-16 minuti, cosa gravissima». E a fronte di tutto questo, quanto guadagna un edicolante sulla vendita di un quotidiano? «18,62% lordo, che netto diventa 11-12%. Senza supporti diventa molto difficile. Anche perché bisogna considerare che l’andamento dell’economia è quello che è, prima di spendere 1,70 euro per un giornale, molti magari preferiscono comprare il pane, per poi dargli un’occhiata gratis al supermercato».