Dall’uscita dalla pandemia alla guerra in Ucraina, l’economia italiana ha mostrato una “confortante e notevole capacità di resistenza e reazione”. Il PIL, che si era già ripreso dal crollo causato dal covid a fine 2021, ora cresce oltre le attese e per il 2023 la previsione è di un aumento dell’1% mentre, nel frattempo, il mercato del lavoro ha riassorbito il calo nell’occupazione. Ma incertezze e zone d’ombra incombono ancora su uno scenario che sembra virare verso la serenità e, anche per questo, “non c’è tempo da perdere” sull’attuazione del Pnrr. E, soprattutto, si profila la lunga ombra dell’inflazione che, se da un lato richiede che l’asticella della politica monetaria rimanga sempre dritta con la necessaria gradualità, dall’altro richiede lo sforzo congiunto di governo, imprese e lavoratori ad affrontarla”. È il monito che il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, lancia nelle sue ultime Considerazioni Finali, a pochi mesi ormai dalla scadenza del suo secondo mandato non rinnovabile, il 31 ottobre prossimo.
La capacità di reazione del Paese è un segnale positivo
Le 27 faldoni scansionate da Visco con il suo consueto e posato aplomb, davanti al pubblico delle grandi occasioni dopo tre anni tornato in presenza nella Sala dei Partecipanti di Palazzo Kokcontenere una lucida analisi sullo stato di salute dell’economia, mettere a fuoco i rischi ma anche le opportunità e, in una visione prospettica, indicare la rotta da seguire con uno sguardo rivolto alle giovani generazioni.
E Visco prende spunto dalla capacità reattiva dell’economia del Paese, in tempi di covid e di guerra. Le sue parole sono arrivate proprio mentre arrivavano i dati definitivi sul Pil dall’Istat, che ha portato la crescita della nostra economia allo 0,6% nel primo trimestre. Dal miglioramento della produttività al recupero della competitività internazionale, spiega, ci sono “segnali incoraggianti che vanno rafforzati, superando quei ritardi e quelle debolezze di fondo che ancora impediscono alla nostra economia di dispiegare appieno le sue potenzialità”. E, avverte il Governatore, “dalla qualità degli interventi con cui verranno affrontate le sfide del cambiamento climatico e della transizione digitale, dalla prosecuzione degli sforzi di riforma avviati, dipende la nostra capacità di tornare a condizioni strutturali meno incerte e più equilibrate condizioni di sviluppo”.
Nonostante il calo, l’inflazione è ancora un problema
Arrivano i dati del Pil e, intanto, arrivano sempre dall’Istat quelli sull’inflazione, tema cruciale e centrale nel rapporto di Visco. Con il calo dei prezzi dell’energia, rileva il Governatore, l’inflazione sta ora diminuendo, in Europa come negli Stati Uniti” ma l’inflazione ‘core’ “rimane elevata”, rimarca, uno scenario in cui “le previsioni di crescita dell’economia mondiale in i prossimi mesi restano incerti”. “Il rischio che l’inflazione rimanga troppo a lungo al di sopra del target è notevolmente diminuito rispetto al picco di metà 2022” mentre la domanda e le condizioni dei prestiti a imprese e famiglie si stanno restringendo a seguito della politica della BCE: “sebbene queste tendenze siano un conseguenza necessaria della normalizzazione monetaria, occorre vigilare affinché l’intensità della sua trasmissione non dia luogo ad un eccessivo rallentamento dei consumi e degli investimenti”.
Ma Visco sottolinea anche come agli effetti potenzialmente recessivi “dell’adozione di queste politiche in modo quasi sincronizzato in tutti i principali Paesi, si possa aggiungere, sul livello internazionale, rischi di instabilità del sistema finanziario”. In questo contesto, “è importante mantenere dritta l’asticella della risposta monetaria, ma – insiste – con la gradualità necessaria all’incertezza non ancora dissipata sull’evoluzione delle determinanti primarie dell’accelerazione dei prezzi e dei comportamenti che possono prolungarne la durata e gli effetti”. E, ancora, “il ritorno dell’inflazione su livelli in linea con l’obiettivo sarà più rapido ed economico se tutti – imprese, lavoratori e governi – contribuiranno a tal fine, rafforzando l’efficacia dell’indispensabile ma equilibrata normalizzazione monetaria”.
Evitare la gara tra prezzi e salari
In questo appello alla collaborazione di tutti, Visco sottolinea la necessità di evitare un approccio meramente retrospettivo nella contrattazione sul mercato del lavoro: “una dinamica salariale che replichi quella dell’inflazione passata non potrebbe che tradursi – rileva – in una vana corsa tra prezzi e salari. Quello che serve per un recupero del potere d’acquisto è uno maggiore crescita della produttività“. E questo è un fattore decisivo per lo sviluppo dell’economia: questi, infatti, “dipenderanno comunque in larga misura dalla capacità di tornare a ritmi di crescita della produttività del lavoro significativamente superiori a quelli degli ultimi venticinque anni e almeno pari alla media osservata negli altri paesi dell’area dell’euro”.
Tuttavia, ci sono anche altri ostacoli che ostacolano la crescita economica. In particolare, l’onere è “un sistema tributario complesso, sul quale spesso sono stati effettuati interventi senza un disegno organico”. Ora, osserva Visco, “il Governo ha manifestato l’intenzione di realizzare un ampio intervento di riforma, con il disegno di legge delega attualmente in discussione in Parlamento. Una ricomposizione del prelievo che alleggerisce l’onere della tassazione fattori produttivi può stimolare l’occupazione e gli investimenti”. Per quanto riguarda, poi, le “modifiche alla tassazione delle persone fisiche attente agli effetti redistributivi vanno modulate tenendo conto dell’entità complessiva e delle caratteristiche specifiche dei programmi previdenziali”, infra. Visione collettiva, collaborazione, sforzi congiunti sono concetti che, come un filo rosso, percorrono la relazione del Governatore. Se le sue prime parole fanno appello alla necessità, in un contesto di tensioni internazionali, di cooperazione e di ricerca del dialogo, il commento finale fa appello a quella capacità non solo di immaginare le cose ma di farle collettivamente».
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“Questa capacità di immaginare il futuro sarà cruciale. Per questo è necessario mantenere vivo il dialogo, rafforzare il più possibile la cooperazione in un mondo in cui è necessario garantire benefici economici, sanitari, di benessere per tutti, e ridurre, non aumentare, le disuguaglianze”, ha dice. E l’ultimo messaggio è per i giovani: tocca a loro «meno condizionati dal passato» «immaginare quel mondo, individuarne le opportunità. Dovranno essere ascoltati, aiutati da altre generazioni per allenarsi, senza vincoli, a tradurre in interventi realistici gli schemi che sapranno sviluppare per un mondo futuro, non più povero, ma più sicuro e più giusto».