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24 maggio 2023 17:25
Calo “anomalo” segnalato nelle ultime ore a Wall Street. Sarebbe stato causato da uno impostore notizia su un grave incendio a Pentagono, l’ultimo in ordine cronologico ma non certo l’unico. Vediamo nell’analisi cosa è successo e quali precedenti bufale hanno coinvolto in passato mercati finanziari.
L’episodio di oggi
Una falsa immagine del Pentagono in fiamme, presumibilmente generate dalintelligenza artificiale e diffuso da un account Twitter che promuoveva la teoria del complotto di QAnon, è diventato virale online e ha causato un leggero calo del principale indice americano per una decina di minuti. Anche se non tutti gli analisti lo attribuiscono a questo episodio, qualcuno ha addirittura parlato di 500 miliardi di dollari bruciati dai mercati americani in una manciata di secondi.
In ogni caso il Difesa USA è stato costretto a smentire: “Possiamo confermare che si tratta di una fake news e che il Pentagono non è stato attaccato”, ha detto un portavoce. Anche i vigili del fuoco ad Arlington, in Virginia, hanno reagito, assicurando sui social media che non ci sono state esplosioni o incidenti al Pentagono o nelle sue vicinanze. Ma evidentemente le immagini circolate in pochissimo tempo hanno generato molta confusione. Inoltre, alcuni esperti di fact-checking come Nick Waters di Bellingcat, collettivo giornalistico specializzato in investigazioni e fact-checking, si sono affrettati a segnalare alcune notevoli incongruenze nell’immagine: non solo non c’erano testimoni a confermare la veridicità dell’evento , ma l’edificio stesso è molto diverso dal Pentagono.
Precedente
Ma come dicevamo, la cosa è già avvenuta in passato. Nel 2013 l’hacking dell’account Twitter di Associated Press nel 2013, con il conseguente rilancio della falsa notizia di una doppia esplosione alla Casa Bianca e del ferimento dell’allora presidente Usa Barack Obama, fece perdere più di 136 in pochi secondi all’indice S&P 500 miliardi di dollari di capitalizzazione. Non solo. Va anche in mente la falsa offerta pubblica di acquisto per Avon e Rocky Mountain Chocolate “archiviata” nel sistema informatico elettronico della SEC. O il caso che ha coinvolto (insieme ad altre società) la società quotata Galena Biopharma. In quell’occasione la SEC accusò la società e il suo amministratore delegato di aver pagato, tramite una società di pubbliche relazioni, alcuni autori, che pubblicavano articoli su piattaforme informative Internet (tra cui Seeking Alpha), per scrivere analisi positive sulla stessa società. Alla fine l’amministratore delegato e la società biotecnologica hanno definito il procedimento con la Sez.
Menzioniamo anche l’onnipresente Muschio. Il tycoon ha annunciato via Twitter (un social network che ha poi acquistato) all’inizio di agosto 2018, di voler ritirare Tesla dal mercato, riacquistando azioni per un valore di 420 dollari l’una (all’epoca il prezzo di mercato era di 340 dollari) . Il titolo Tesla ha registrato un +11% nelle due ore appena successive all’annuncio del patron, che si è però tradotto in una perdita del 15% (a fine settembre 2018) dopo che la Consob americana, la SEC, ha chiamato Musk per fornire chiarimenti in merito la propria (falsa) affermazione mai tradotta in realtà.
Notizie false nostrane
Se da un lato l’incremento artificiale può essere l’obiettivo perseguito da chi diffonde a notizie false, d’altra parte, un’indiscrezione emersa nel momento sbagliato può ancora fare danni. Mi vengono in mente due esempi tutti italiani: da una parte Pirellidall’altra UniCredit. I due big dell’indice italiano, di fronte al rialzo dei prezzi di mercato che ha seguito il flusso di voci trapelate prematuramente (la prima, circa vent’anni fa, sul possibile scorporo della divisione via cavo; la seconda, tempo fa , sulla possibile creazione di una realtà in cui far confluire tutte le sofferenze e le sofferenze dell’ente) ha dovuto sospendere i dossier e rifare i calcoli.