Il governo guidato da Giorgia Meloni deve affrontare una sfida molto importante: il primo Dif, da cui emergeranno i margini di manovra che il nuovo esecutivo avrà nei prossimi mesi. È proprio dal Def, cioè il Documento di economia e finanza, che dovrebbe arrivare oggi in Consiglio dei ministri, sarà possibile capire quali risorse saranno a disposizione del nuovo esecutivo. E che, dunque, potrà mettere in campo nei prossimi mesi. Dopo la pausa pasquale, l’appuntamento con il Def si rivela il più importante di tutto il mese di aprile. E che tutti ammirano.
Def: Ecco cosa aspettarsi
Nelle scorse settimane i tecnici del ministero dell’Economia hanno lavorato alacremente al Def. Secondo le prime indiscrezioni trapelate nelle ultime ore, il documento può contenere più di una sorpresaalmeno per quanto riguarda il quadro della finanza pubblica italiana.
Sicuramente la prima sorpresa contenuta all’interno del Def riguarda il crescita dell’economiache nel 2023 dovrebbe registrare un +0,9% rispetto al 2022. Molto pragmaticamente, ci troviamo di fronte a una percentuale rivista al rialzo rispetto a quanto anticipato a fine novembre 2022 entro il Documento di pianificazione del budget, in cui si stimava che per il 2023 ci sarebbe stata una perdita di slancio e una crescita rivista al ribasso allo 0,6%. È vero, abbiamo davanti a noi un aumento veramente piccolo, ma che – ovviamente se le stime verranno rispettate – porterebbe ad un aumento delle risorse a disposizione delle casse pubbliche, che potrebbero permettersi di sostenere spese di qualche miliardo.
La Banca d’Italia si è attivata per confermare il trend di crescita, sottolineando come nel nostro Paese l’attività economica avrebbe registrato un leggero aumento nel corso del primo trimestre del 2023. Secondo Banca d’Italia la crescita è “sostenuta dal settore manifatturiero, che beneficia del calo dei costi energetici e dell’allentamento delle strozzature lungo le filiere”.
La seconda buona notizia dovrebbe riguardare il rapporto deficit tendenziale/PIL: per il 2023 sarà del 4,35%. La stima di fine anno era leggermente peggiore: 4,5%. Cosa comporta tutto questo? Tra le righe della Def potrebbe spunta un vero e proprio tesoro di risorse extrache secondo le prime stime potrebbe ammontare a 2,5-3 miliardi di euro.
Il governo è cauto
Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, e il Governo hanno già anticipato la loro intenzione di mantenere la linea della prudenza nella gestione della finanza pubblica. Questa decisione non può che avere una conseguenza diretta: il tesoro sarà speso con parsimonia.
Una decisione prudente, perché a Bruxelles si preparano a mettere in moto il Patto di stabilità e crescita, che era stato sospeso durante la pandemia. Il Patto di stabilità prevede che il rapporto tra spesa e PIL debba rimanere entro il 3%.
Tra l’altro, alcuni Paesi dell’Unione Europea, a cominciare dalla Germania, chiedono un forte intervento sul debito: l’Rendimento annuo dell’1%., mentre Bruxelles assume lo 0,5%. Un impegno che potrebbe essere particolarmente oneroso per l’Italia, che ha un debito elevato.
Per il momento, però, le prospettive appaiono più rosee rispetto a inizio anno, anche grazie all’inflazione che ha allentato la morsa. Restano però aperte alcune incognite, come il prezzo del petrolio, che potrebbe incidere sui conti pubblici. In questo caso, è stata la decisione delL’OPEC taglia la produzione. Anche la politica monetaria delle banche centrali sarà particolarmente monitorata, a cominciare da quella della Bce.