Di
19 maggio 2023 17:47
L’evasione delle tasse continua ad essere uno dei peggiori mali dieconomia italiana. Il Sud rappresenta l’area del Paese più colpita da questa piaga, anche se gli adempimenti fiscali attuati dal governo sembrano aver avviato una fase di riduzione positiva dopo il record negativo registrato nel 2022. Vediamo tutto nell’analisi.
Il record del 2022
IL 2022 è stato un anno record, in negativo. Nonostante i numerosi condoni sulle cartelle esattoriali, lo stock di crediti d’imposta non riscossi continua a crescere e, al 31 dicembre 2022, ha raggiunto un record 1,153 miliardi, a fronte di 1.099 miliardi nel 2021, 999 nel 2020, 955 nel 2019. Le misure di rottamazione e conguaglio e di rimozione non hanno quindi fermato la crescita di tasse, contributi e multe non pagate che lo Stato non è in grado di riscuotere. E che in gran parte non potrà riscuotere, perché in molti casi i crediti sono detenuti da soggetti falliti, deceduti, senza terra o per i quali le azioni di riscossione, compresi sequestri e pignoramenti, si sono rivelate inefficaci.
Il problema del Sud
Nonostante gli ultimi dati Istat disponibili si riferiscano al 2020, anno fortemente condizionato dall’emergenza pandemica, la percentuale dieconomia inosservata sul valore aggiunto regionale – secondo quanto rileva la CGIA – registrano le soglie più alte nel Mezzogiorno. Se in Sicilia si attestava al 16,8%, in Puglia al 17%, in Campania al 17,7% e in Calabria che, con il 18,8%, continua ad essere la regione più a rischio evasione in Italia. Le realtà più fedeli al fisco, invece, sono state la Provincia Autonoma di Trento con il 9%, la Lombardia con l’8,4% e, la meno colpita da questo triste fenomeno, la Provincia Autonoma di Bolzano con un’incidenza dell’8,2%. La media nazionale si è fermata all’11,6%.
L’inversione di marcia
Tuttavia, una luce alla fine del tunnelevasione impostaforse cominciamo a intravederlo. Lo scorso anno, rispetto al 2021, il Tesoro ha incassato 68,9 miliardi in più di entrate tributarie e previdenziali, recuperato 20,2 miliardi di evasione fiscale e “bloccato” 9,5 miliardi di frode. Questo aumento delle entrate, quindi, ammonta a un totale di 98,6 miliardi di euro. Una cifra di poco inferiore alla stima dell’evasione fiscale e previdenziale in Italia che, secondo le stime, ammonterebbe a circa 100 miliardi di euro. Sembra quindi che sia stata intrapresa la strada giusta per una progressiva riduzione del nero. Infatti, una quota preponderante dei 68,9 miliardi di euro raccolti è riconducibile al buon andamento dell’economia lo scorso anno che comprende una quota – certamente contenuta ma in costante crescita ogni anno – riconducibile agli effetti delle manovre fiscali.