Il governo Meloni prepara una “stretta” sull’abuso degli affitti brevi, per mettere fine al “far west”, come lo ha definito la ministra del turismo Daniela Santanchè. I proprietari di casa – più o meno rappresentati da Confedilizia e da altri 12 enti (già poco rappresentativi visto il loro numero) hanno invece chiesto una “semplificazione” (e si pensava) della normativa vigente. E hanno chiesto come incentivo per il rilancio degli affitti di case a lungo termine la completa esenzione fiscale (avete letto bene: zero tasse) sui redditi da affitti residenziali a canone congruo (scusate: ora si chiama “canone ridotto”, ma è le stesse cose).
Le 13 associazioni contestano anche la convinzione diffusa che gli affitti a breve termine sarebbero la causa dello spopolamento dei centri storici (per alcuni anche l’unica causa!). E danno la colpa al sindaco di Venezia Brugnano, che ha ottenuto il diritto di limitarli, alla luce dei dati relativi alla sua città il cui centro è ormai spopolato, ma in realtà a causa di un processo di sversamenti che dura da cinquant’anni e che può essere sufficientemente spiegata dal fatto che quella meravigliosa città è, nella sua parte lagunare, un’incredibile attrazione turistica ma molto scomoda da vivere.
Tuttavia, in una lettera al governo, Confedilizia aggiunge una giusta critica anche se a un destinatario generico, ovvero “alcuni sindaci”, “bravissimi a invocare vincoli per i privati ma molto meno a gestire il patrimonio edilizio loro affidato dai contribuenti in un modo dignitoso, spesso inutilizzato, decadente o in mano a morosi e abusivi”.