“Non siamo in grado di prendere in considerazione altre operazioni. Questo non significa che siamo favorevoli o contrari al terzo polo. Ci sono altri argini che hanno attraversato il fiume e sono sull’altra sponda, siamo nel guado, dobbiamo consolidare”. Al XXII Congresso Nazionale del Fabi, l’amministratore delegato di Bper Banca Piero Montani nel rispondere a una domanda sul Monte dei Paschi di Siena ha bocciato definitivamente la fusione. Solo la potenziale fusione di Monte dei Paschi tenne banco al congresso dell’associazione dei banchieri. Interviene anche sulla possibile aggregazione della banca toscana con altri soggetti Lando Maria Sileoni, il segretario di Fabi. «Sarebbe assurdo arrivare a giugno 2024 con il governo che non ha una soluzione in mano» perché il Tesoro lasci il capitale di Mps, ha detto.
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Chi entrerà al Monte dei Paschi di Siena
Alla stessa tavola rotonda ha preso parte anche l’amministratore delegato di Mps Luigi Lovaglio, ribadendo la volontà di entrare a far parte della banca che guida, ma al contempo decidendo di non “svendere”. “Il terzo polo bancario – ha detto – non serve per salvare il Monte dei Paschi. Siamo in una logica aggregativa. L’istituto ha una forte presenza sul territorio. Siamo una banca uscita da un percorso virtuoso con la più forte capitalizzazione” dopo quella di Unicredit, “un’efficienza sui livelli di altri istituti e stiamo lavorando per portare a fine anno una redditività a doppia cifra”. Secondo Lovaglio , a questo punto le soluzioni all’orizzonte sono due: “Non c’è bisogno di svendere una banca che può distribuire dividendi – ha ribadito – è riduttivo puntare solo su Mps. Il Tesoro deve partire, ma le soluzioni sono tante: trovare un partner stabile, andare sul mercato e fare fusioni”. Le prossime settimane saranno dunque decisive per il futuro della banca toscana.
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