La seconda giornata della 13a edizione di Sala Risparmio, che si è tenuta a Milano, ha puntato i riflettori sui grandi temi di attualità più cari ad Assogestioni.
Uno degli appuntamenti imperdibili di questa seconda giornata è stata la presentazione delOsservatorio annuale sui sottoscrittori di fondi comuni a cura dell’ufficio studi di Assogestioni. I risultati dell’Osservatorio, aggiornati a dicembre 2022, tracciano l’identikit degli investitori italiani, analizzandone la composizione per genere ed età, la distribuzione geografica, i numeri sugli investimenti in fondi, le preferenze di prodotto e asset class e le modalità di sottoscrizione.
Un’istantanea che Assogestioni aggiorna dal 1996 con l’obiettivo di comprendere meglio come evolvono le preferenze e le esigenze dei risparmiatori italiani e che è unica a livello europeo.
Fondi comuni, quanto investono gli italiani
L’Osservatorio di Assogestioni si sofferma sulle caratteristiche e le preferenze delle famiglie italiane che investire 520 miliardi di euro in fondi comuni.
IL il valore medio dell’investimento degli 11,5 milioni di sottoscrittori in fondi è pari a 45.000 euro. Un importo che però varia in base alla tipologia di prodotto scelto: minore per i sottoscrittori di fondi italiani (27.000 euro), maggiore per i sottoscrittori di fondi esteri. Tra questi, il valore dell’investimento medio in fondi transfrontalieri si attesta a 52.000 euro.
Lo studio analizza anche la distribuzione della partecipazione al mercato dei fondi metodo di sottoscrizione. In particolare, il pagamento unico (FOTO) rimane la forma prevalente, scelta dal 62% dei risparmiatori, mentre la quota di sottoscrittori che investe prevalentemente attraverso piani di accumulo (CAP) è pari al 22% e in forma mista al 16%.
“Uno dei risultati più interessanti dell’Osservatorio – sottolinea Riccardo Morassut, senior research Analyst dell’ufficio studi di Assogestioni – Emerge la scelta degli investitori under 40, Millennials e Generazione Z, che individuano nel PAC il prodotto di investimento privilegiato: supera infatti il 50% la quota di sottoscrittori più giovani che investe attraverso piani di risparmio. Al contrario, oltre il 70% dei Boomer sceglie di investire in un’unica soluzione (PIC)”.
Dove investono i fondi
L’asset allocation evidenzia valori differenziati in base alla tipologia di prodotto. Tra i fondi italiani prevale l’investimento in fondi flessibili (42%) e obbligazioni (26%), seguita dagli investimenti in fondi bilanciati (22%) e equità (10%). Tra i prodotti esteri, cresce la componente azionaria, con il valore dei fondi cross border che si attesta al 48%. Il peso dei fondi obbligazionari rimane stabile attorno al 30%, mentre diminuisce la quota dei fondi flessibili e bilanciati (11%).
Dove si trovano i fondi?
La maggior parte fondi italiani viene acquistato tramite il canale bancario (95%). Il peso dei fondi distribuiti dalle reti di consulenti finanziari aumenta sensibilmente tra i prodotti esteri: per quelli a distribuzione concentrata è pari al 27%, per i fondi cross border sale al 45%.
Le caratteristiche degli iscritti
L’mezza età dei sottoscrittori di fondi comuni ha 61 anni, con la generazione di Boomer che rappresenta il 41% del totale. A seguire, la Generazione X con il 28%, le generazioni più anziane (oltre i 77 anni) che rappresentano il 18,5% e infine i risparmiatori più giovani (Millennials e Generazione Z), la cui partecipazione è più contenuta e ammontano al 13%.
“Gli under 40 pian piano iniziano a investire – commenta Riccardo Morassut –. Per questo, quel 13% che rappresenta la quota di sottoscrittori più giovani, in particolare Millennials e Gen Z, va letto come un dato positivo: significa che i giovani scelgono lo strumento fondi per entrare nel mercato finanziario. Tuttavia, l’investitore tipo nel nostro Paese è un investitore maturo e non sorprende che la sua età media sia di 61 anni: si tratta di una tipologia di risparmiatore che ha maggiori possibilità di investire rispetto alle generazioni più giovani, che però hanno appena iniziato a farlo”.
Infatti, l’importo dell’investimento varia anche in funzione dell’età: gli abbonati over 77, infatti, registrano maggiori investimenti, che vanno in media dai 62.000 euro della Silent Generation agli 82.000 euro della Greatest Generation.
Significativi anche gli importi dei Boomer, pari a 53.000 euro. Le generazioni più giovani, invece, sono al di sotto della media nazionale: la Generazione X investe in media 37.000, i Millennials ammontano a 18.000 euro, mentre la Generazione Z investe 12.000 euro.
In questo contesto, non sorprende che circa la metà (47%) del patrimonio totale investito appartenga alla Generazione di Boomermentre il 25% del patrimonio si riferisce ai due generazioni più anziane (Generazione silenziosa e più grande). I risparmiatori di Generazione X detengono oltre un quinto del totale attivo (23%), mentre i sottoscrittori più giovani rappresentano il 5% del totale investito.
Sulla scia di un trend che va avanti da anni, la differenza tra uomini e donne nell’universo degli abbonati italiani sta progressivamente scomparendo, a favore di un sostanziale equilibrio di genere, con le donne che oggi rappresentano il 47% degli investitori contro il 53% di alcuni uomini. Anche l’investimento medio di uomini e donne si avvicina in termini di valori: i primi, infatti, investono circa 47.000 euro, contro i 43.000 delle donne.
Se questo è il quadro complessivo nazionale, è interessante notare il diverse specificità geografichea cominciare dal tasso di partecipazione, che indica la percentuale di iscritti rispetto alla popolazione residente Istat e la cui media nazionale è del 20%.
L’Osservatorio evidenzia che la regione con il più alto tasso di partecipazione è laEmilia Romagna con il 30,8%, seguito da Lombardia (28,4%), Piemonte (27,9%) e Liguria (26%). Liguria, Lombardia e Piemonte sono anche le Regioni in cui l’investimento medio è più alto e pari a 51.000 euro, mentre in Emilia-Romagna e Lazio sfiora i 50.000 euro. Le regioni del Nord d’Italia sono anche le prime per investimenti complessivi: oltre 145 miliardi di euro in Lombardia, quasi 68 miliardi in Emilia-Romagna e oltre 60 in Piemonte.
In generale, l’Osservatorio rileva che il 65% degli abbonati risiede nel Nord Italia: il 39% nelle regioni del Nord-Ovest, il 26% nel Nord-Est. Il 19% degli iscritti risiede nelle regioni centrali, l’11% nel sud e il 5% nelle isole.
Diversificazione
Il fatto che quasi 12 milioni di italiani affidino la gestione dei propri risparmi ai fondi comuni di investimento lo evidenzia diffusione capillare di questo tipo di investimento. Un dato che potrebbe aumentare ulteriormente in proporzione alla crescita del livello di alfabetizzazione finanziaria degli italiani.
“Il nostro settore può offrire un contributo importante per migliorare le competenze finanziarie degli italiani: investire in un fondo è di per sé un fondamentale atto di educazione finanziaria”, sottolinea a tal proposito Alessandro Rota, direttore dell’ufficio studi, Assogestioni. “Perché impari cos’è la diversificazione del rischio e che la gestione patrimoniale è un’attività per professionisti. Se poi si investe attraverso piccoli pagamenti rateali – i cosiddetti PAC, oggi lo fa il 40% degli investitori, soprattutto giovani – si sperimenta il valore fondamentale della progettazione”, conclude Rota.