Un anno fa si temeva un inverno gelido e la necessità di razionare i consumi di gas per le minacce dell’allora principale fornitore, la Russia, di interrompere le esportazioni verso l’Italia. Oggi, però, la crisi energetica non turba più il sonno degli italiani, poiché abbiamo chiuso l’inverno con riserve colpite molto meno del previsto e con scorte di gas al 60%. E con la prospettiva che il prossimo inverno, ragionevolmente, non porti con sé una crisi energetica. Lo scenario è tratto da uno studio diInspi (Institute for International Politics) che ha analizzato la domanda e l’offerta in Italia arrivando a una conclusione sotto forma di una domanda: c’è anche troppo gas? Com’è realmente la situazione ea quali livelli si assesterà il prezzo della materia prima?
“Si è appena concluso il peggior inverno per l’Italia e per l’Europa. A fine aprile rimanevano disponibili 11 miliardi di metri cubi di gas mentre le riserve strategiche, ovvero la cosiddetta soglia di sicurezza, ammontano a 4,6 miliardi. Una situazione ribaltata rispetto allo scorso settembre, quando si prevedeva di dover intaccare le riserve strategiche. Una combinazione di fattori ha permesso di evitare l’orizzonte peggiore: l’inverno mite unito al fatto che le forniture dalla Russia non si sono fermate del tutto”, dice il rapporto dell’Ispi.
Ispi è ottimista sullo stoccaggio del gas per il prossimo inverno
Come anticipato a settembre 2022, restano le incognite sul prossimo inverno 2023/2024. Lo studio dell’Ispi è ampiamente ottimista: “salvo sorprese, come possibili problemi con le esportazioni di gas dei nostri principali fornitori attuali, l’Italia potrà riempire facilmente le sue scorte in vista dell’inverno”.
“teoricamentee”, ragiona il dossier, “L’Italia avrà a disposizione 36 miliardi di metri cubi di gas. Anche volendo eliminare due componenti incerte, ovvero una quota di 2,5 miliardi di metri cubi dalla Russia e un’altra di 1,7 garantita dal rigassificatore di Piombino, l’Italia potrà contare su 34 miliardi. Considerando che nel 2021 i consumi complessivi avevano raggiunto i 27,6 miliardi di metri cubi e lo scorso inverno questa quota si è ridotta del 20%, è probabile che le forniture di gas naturale per l’Italia non corrano rischi significativi il prossimo inverno. Un risultato straordinario, che fino alla seconda metà del 2022 era stato messo completamente in discussione”.
Snam conferma le buone notizie sul fronte dello stoccaggio
Le buone notizie sul fronte storage sono confermate anche da snam, la società che si occupa dello stoccaggio e della distribuzione del gas in Italia. Secondo i dati aziendali, a fine marzo le riserve in Italia erano al 60% della capacità ea fine aprile avrebbero dovuto addirittura aumentare. Questo risultato è stato possibile grazie ad una serie di fattori che hanno permesso di ridurre i consumi nell’ultimo inverno: temperature miti, misure di razionamento dei consumi ma anche il fatto che, a differenza del passato, era possibile ricostituire le scorte man mano che venivano consumate. Questo ha permesso chiudere la stagione invernale con riserve di 5,4 miliardi di metri cubi rispetto ai 600 milioni del 2021.
Il prezzo del gas continua a scendere
Questo scenario sta già mostrando il suo effetto di smorzamento del prezzo: il prezzo del gas continua a scendere con gli operatori che guardano a temperature sopra la media stagionale ea livelli di stoccaggio. Dall’inizio dell’anno le quotazioni ad Amsterdam sono scese del 50% ed il gas ora costa 38,1 euro al megawattora, al minimo dal gennaio 2022 e lontano dallo shock di 300 e più euro raggiunto lo scorso anno ma comunque il doppio di quanto era necessario pagare prima che la Russia invadesse l’Ucraina.
Risoluzione della crisi energetica con incognite e cautela
Crisi finita, allora? No. Secondo fonti Snam, perché il prossimo inverno sia davvero calmo, alcune condizioni oggi imprevedibili dovranno ripresentarsi. Le temperature saranno ancora miti? La Russia metterà ancora a disposizione la sua quota di gas? L’economia cinese riprenderà forza dopo un anno di stagnazione, provocando nuove tensioni sui prezzi e sulla disponibilità di approvvigionamenti? Si segnala inoltre che le scorte coprono solo il 25% della domanda e se i picchi giornalieri invernali fossero elevati potrebbero insorgere criticità. Va infine ricordato che, nell’ultima stagione fredda è stato utilizzato più carbone e l’Italia ha esportato 4 miliardi di metri cubi in Austria in nome della solidarietà europea.
Cautela che anche Ispi adotta nella conclusione del suo rapporto: “la crisi non è passata. Ma l’Italia quest’inverno è emersa da una posizione di estrema forza. Che non solo ha ridotto del 50% la bolletta del gas e del 65% quella dell’energia elettrica, ma che permette anche di guardare con ottimismo alla fase di preparazione al prossimo autunno e inverno”.